Come si realizza un quadro elettrico industriale

Come si realizza un quadro elettrico industriale

Come si realizza un quadro elettrico industriale?

Quando parliamo di quadri elettrici ci riferiamo al piccolo grande cuore pulsante di ogni impianto elettrico, civile o industriale che sia: il quadro elettrico alimenta infatti tutte le prese, gli interruttori e gli elettrodomestici o i macchinari che vi sono collegati all’interno delle abitazioni, degli uffici, dei locali commerciali e industriali. Dai quadri elettrici la corrente viene smistata, attraverso le linee di diramazione, nelle diverse scatole di derivazione che compongono l’impianto. Vediamo allora di più su questo importantissimo elemento dell’impianto elettrico, sulle normative di legge che lo riguardano e in particolare sui componenti dei quadri elettrici industriali.

I principali tipi di quadri elettrici

Esistono numerosi tipi di quadri elettrici, che possono innanzitutto essere da interno o da esterno a seconda che si trovino dentro o fuori l’edificio cui distribuiscono l’energia. Si dividono fra principali e secondari: gli uni sono dotati di un’elevata resistenza al corto circuito e di interruttori aperti e permettono di intervenire in una specifica zona senza interferire con le altre; gli altri sono invece generalmente costruiti in plastica o materiali metallici e presentano una minore resistenza rispetto ai primi, dovendo sopportare carichi di lavoro inferiori.

I quadri possono poi essere di distribuzione o di automazione: nel primo caso parliamo di un quadro di tipo modulare, con libero accesso a tutti i suoi componenti, da cui si dipartono le linee di alimentazione degli altri quadri secondari, delle prese di corrente e dell’illuminazione. I quadri elettrici di automazione utilizzati all’interno degli impianti produttivi non prevedono invece l’accesso ai suoi componenti, fatta eccezione per la pulsanteria e le spie, visibili esternamente. Dal momento che i quadri elettrici di automazione alimentano motori che generano anche diverse centinaia di Watt di potenza, è importante che questi ultimi siano protetti da dispositivi di limitazione della corrente (i cosiddetti salvamotori) i quali non ne pregiudichino però l’avviamento.

Quadri elettrici industriali: quali caratteristiche devono avere?

Per quanto le funzioni di un quadro elettrico industriale siano equiparabili a quelle di un quadro elettrico domestico, il cablaggio di un quadro elettrico industriale è molto più complesso. Ogni impianto è infatti accompagnato da schemi articolati che ne enumerano ogni componente e funzione, identificando ad esempio i diversi tipi di conduttori presenti (conduttori di fase, di neutro, etc.). La normativa italiana CEI EN 60204-1 specifica inoltre il colore che ogni cavo deve avere a seconda del servizio che svolge: il rosso per i circuiti di comando in corrente alternata, il nero per i circuiti di potenza alternata e continua e così via.

La stessa normativa prevede anche l’utilizzo di specifiche colorazioni per le spie di comando ed emergenza, permettendo così di identificare in maniera univoca e veloce il livello di gravità dei malfunzionamenti dell’impianto. Ogni componente del quadro elettrico dovrebbe poi essere identificato univocamente in modo da ridurre il più possibile eventuali errori durante il cablaggio. Le norme europee recepite in Italia non precisano invece quale debba essere la percentuale di spazio lasciato libero all’interno di un quadro elettrico, pertanto questa decisione può essere concordata fra l’azienda installatrice e il committente, anche sulla base della conformazione del luogo in cui il quadro elettrico verrà installato.