A cosa serve il registro di manutenzione degli impianti elettrici

A cosa serve il registro di manutenzione degli impianti elettrici

Come funziona e a cosa serve il registro di manutenzione degli impianti elettrici

Il Testo Unico sulla Sicurezza (D.Lgs. 81/2008) stabilisce i criteri per la tutela della salute e della sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro sia pubblici sia privati, dedicando una sezione significativa alla manutenzione degli impianti elettrici, di cui è direttamente responsabile il datore di lavoro e che deve essere svolta regolarmente per contenere il normale degrado degli impianti, limitando di conseguenza anche la necessità di interventi strutturali. Ma come deve essere svolta la manutenzione periodica degli impianti elettrici? E a cosa serve il registro di manutenzione degli impianti? Approfondiamo il tema in questo articolo.

Cosa dice la normativa sulla manutenzione degli impianti elettrici?

Per quanto riguarda la manutenzione degli impianti elettrici esistono diversi punti di riferimento legislativi. Ne sono un esempio la norma CEI 0-10, che si applica agli impianti elettrici in bassa tensione, e la norma CEI 78-17, riferita invece a impianti in media tensione.

La manutenzione sia ordinaria sia straordinaria degli impianti elettrici riguarda tutto l’impianto elettrico e non solamente il sistema di messa a terra e protezione dalle scariche atmosferiche. Se non dispone di personale tecnico interno dedicato, il datore di lavoro può assegnare questo tipo di controlli a un professionista o una impresa esterna abilitata alla manutenzione ai sensi al DM 37/2008.

Cos’è il registro di manutenzione dell’impianto elettrico?

La manutenzione ordinaria degli impianti elettrici prevede:

  • un esame a vista dell’impianto elettrico, svolto senza smontare o smontando in parte l’impianto elettrico;
  • una misurazione a campione degli elementi dell’impianto, volta a stabilire il corretto stato di conservazione di resistenze, conduttori, differenziali e dispositivi di controllo.

Tutti i controlli effettuati devono essere annotati in un apposito registro di manutenzione degli impianti elettrici. Esso raccoglie gli esiti di tutti i controlli periodici effettuati sull’efficienza degli impianti elettrici, di illuminazione, di sicurezza e dei presidi antincendio e deve essere messo a disposizione del comando provinciale dei vigili del fuoco per eventuali controlli. Ogni eventuale malfunzionamento, modifica o integrazione agli impianti deve essere altresì debitamente inserito nel registro delle verifiche periodiche dell’impianto.

Con quale frequenza bisogna aggiornare il registro di manutenzione degli impianti?

La norma CEI 64-8 specifica tra le altre cose che la periodicità della manutenzione dell’impianto elettrico viene stabilita dal tecnico manutentore e riportata all’interno del registro di manutenzione dell’impianto elettrico sulla base del tipo e della grandezza dell’impianto stesso, delle sue componenti nonché della frequenza d’uso e delle influenze esterne cui è soggetto, le quali ne determinano l’usura e l’esposizione a danni accidentali.

Sulla base di tutti questi fattori, l’intervallo fra una manutenzione e la successiva può essere anche di diversi anni, fino a 10 per gli impianti degli edifici residenziali, fatte salve situazioni di rischio particolare, dunque aree in cui esistano rischi di incendio o esplosione o in cui convivano impianti elettrici di alta e media tensione. Rientrano nei casi ad alto rischio anche i luoghi aperti al pubblico, i cantieri e gli ambulatori o ambienti dedicati alle cure mediche.